Se siete appassionati di laghi alpini e panorami a 360°, allora uno degli itinerari che potreste preferire è quello dei Tredici Laghi, che parte da Ghigo di Prali, nella Val Germanasca in Piemonte.
Il sentiero comincia da un altipiano, a cui si accede dopo aver preso due seggiovie: la prima, Malzat, parte dal paese, a 1470 metri; si prosegue poi fino a Capannina a 2230 metri e infine si prende l’ultimo tratto che porta fino a Bric Rond.
È la seconda volta che faccio un trekking ai Tredici Laghi, ma ancora non mi sono abituata al vento freddo che ti schiaffeggia in faccia mentre sei seduto sui sedili della seggiovia!
Abbracciata allo zaino in cerca di non disperdere il calore, arriviamo dopo una lunga ascesa al Bric Rond, 2540 metri, da cui comincia il sentiero.
Sulle vallate vicine cominciano a farsi strada i colori autunnali, che tingono il panorama con pennellate rossicce e gialle.
Prima di iniziare leggiamo un cartello espositivo che illustra i vari itinerari e racconta anche qualche curiosità sulla salamandra di Lanza.
Infatti, in questa valle è presente questo particolare anfibio, che è specie endemica delle Alpi Cozie e si trova solo nelle valli attorno al Pian del Re, ai piedi del Monviso, e nelle valli Po e Pellice.
È molto difficile da osservare, soprattutto in questo periodo dell’anno, quando si iberna in una specie di letargo fino a primavera. Questa salamandra tutta nera ha abitudini notturne. Durante il giorno esce allo scoperto solo in giornate piovose (predilige gli ambienti umidi) e in mattinata, quando ancora è presente un po’ di rugiada. Di conseguenza, quando sento Fabio dietro di me bisbigliarmi entusiasta che ne sta vedendo una proprio lì, sul sentiero davanti ai suoi occhi, quasi non ci credo. Ritorno cauta sui miei passi e cerco di non fare movimenti bruschi.
La salamandra si presta a farsi fotografare qualche secondo, poi, con tutta calma, trova riparo tra le rocce.
È stata davvero una gran fortuna vederla!
Naturalmente appena tornati a casa ci informiamo meglio su questo splendido animaletto. Pensate che questa specie ha un tasso riproduttivo bassissimo: la gestazione dura infatti da due fino a cinque anni! Inoltre, pur essendo molto simile ad un tritone, è una pessima nuotatrice.
Soddisfatti della nostra scoperta, continuiamo il viaggio attraverso i laghi. Il primo che si scorge è il Lago Primo (quale nome più azzeccato?!). Già in lontananza sono visibili le casermette abbandonate, che donano un aspetto misterioso al panorama.
Questi edifici fanno parte dei ricoveri Perrucchetti. Furono realizzati tra il 1889 e il 1907 per dare supporto militare tra le valli Germanasca e Pellice e per essere utilizzati come deposito armi. Proseguendo il cammino fino al Lago Ramella, si vedranno posizionati ancora i cannoni sulle sue rive.
Si arriva abbastanza presto anche al Lago dell’Uomo e infine ai ruderi. Lì io e Fabio ci fermiamo.
Il sentiero prosegue poi ad anello attorno a questi e altri specchi d’acqua che regalano scorgi fotografici davvero suggestivi. È denominato “A – Laghi ed antiche leggende”, è privo di difficoltà tecniche e si percorre in 2 ore circa.
Noi invece ci godiamo il poco sole che ogni tanto fa capolino tra le nuvole, ai piedi del lago la Draja.
Con calma torniamo alla seggiovia, assaporando la natura che ci circonda: in lontananza le marmotte fischiano in allerta, mentre gracchi e corvi imperiali volano alti nel cielo. Gli ungulati sono quasi assenti, data anche la presenza di molti pascoli nella vallata.
Ripercorriamo il sentiero a ritroso e scandagliamo talvolta le rocce speranzosi di trovare un’altra salamandra di Lanza. Non ne avvistiamo altre, anche se ci sentiamo davvero fortunati ad averne vista una.
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