È raro, ma capita alcune volte di parlare con dei perfetti sconosciuti, scambiare anche solo due parole e sentirsi più forti nei confronti delle sfide della vita.
Lo so, sembra una frase molto altisonante, ma è quello che ho provato qualche giorno fa, quando Fabio ed io siamo andati ad esplorare il forte di Bramafam, nei pressi di Bardonecchia.
Ma cominciamo dall’inizio di questa storia.
Tutto è iniziato con una passeggiatina tra i boschi, come al nostro solito. Siamo partiti in tarda mattinata da Torino, per cercare un po’ di frescura in quest’estate afosa. Arrivati a Bardonecchia, la montagna ci ha accolto con 30°C! Forse eravamo stati troppo ottimisti!
In programma una piccola passeggiata fino al forte di Bramafam, il poderoso guardiano della Conca di Bardonecchia.
Per anni Fabio ha sognato di visitarlo, essendo molto appassionato di storia militare. Ogni volta che arrivavamo a Bardonecchia in auto da Torino, lo vedeva stagliarsi alla sinistra dell’A32, con il tricolore sventolare nel suo cortile. Finalmente nel mese di giugno di quest’anno, abbiamo deciso che era ora di vederlo da vicino e così siamo partiti all’esplorazione.
Il sentiero che parte da Bardonecchia ed arriva al Forte di Bramafam
Lasciata la macchina nel parcheggio del Campo Smith, ci siamo diretti verso il sentiero che punta verso la Fontana Giolitti, vicino all’area camper. Tempo fa si poteva accedere anche tramite un vecchio ponte che attraversava il fiume, ma oramai è stato rimosso perché poco sicuro, quindi la strada da fare se si parte dal centro è un po’ più lunga. Dopo aver superato la fontana, parte un sentiero abbastanza ripido. Non disperate, non dura tantissimo. Massimo un’ora di cammino e sarete al forte.
La prima mezz’ora di salita si svolge in un bel boschetto che si dirada sempre più mano a mano che si avanza. Ad un certo punto incontrerete la Cappella di Sant’Anna, graziosa chiesetta seicentesca restaurata da poco tempo. Lasciata alle spalle la chiesetta, inizia la parte di sentiero più panoramica e il Forte inizia a farsi sempre più vicino.
Ma se il caldo vi attanaglia, se avete preso una storta alla caviglia giusto il giorno prima, insomma, se proprio quell’oretta di cammino nei boschi non fa per voi, la strada sterrata è percorribile anche in auto, fino ad un piccolissimo parcheggio nei pressi della Cappella di Sant’Anna. Ebbene, era giusto dirlo per amor del vero, ma fidatevi, forse arrivate prima a piedi e senza esser sballottati tra una buca e l’altra!
Un museo immerso nella natura
Arrivati al Forte, Fabio ed io incontriamo i gestori di questo museo immerso nella natura. Ci raccontano la loro storia e la fatica di realizzare questo progetto, pieni di orgoglio e soddisfazione. Ed ecco che, mentre parlano, riesco a vedere quasi brillare i loro occhi, sento la forza di volontà che li ha portati a superare le mille difficoltà. Insomma, sento la forza di chi ha creduto nei propri sogni e li ha visti realizzati nel corso della vita.
Scambiare quattro chiacchiere ci ha fatto molto piacere, ci hanno riempito di informazioni sul luogo e sulle valli circostanti.
La storia del Bramafam in pillole, a cura di Fabio
Dopo l’inaugurazione del Traforo ferroviario del Frejus nel 1871, l’Italia si rende conto che quel collegamento così propizio per i commerci in tempo di pace, può divenire estremamente pericoloso in caso di guerra con la Francia. Per questo motivo tra il 1874 e il 1889 viene costruita l’opera fortificata che assume in un primo momento la forma di semplici batterie di artiglieria in barbetta e successivamente di un forte all’avanguardia in calcestruzzo, dotato di artiglierie in cupola. Durante la prima guerra mondiale viene usato come campo di prigionia per i prigionieri austriaci e uno di loro realizza un quadro davvero molto bello del forte, che potrete osservare nel museo.
La Seconda Guerra Mondiale segna una svolta nella vita del Forte. Per la prima volta nella sua storia viene coinvolto in azioni militari, anche se di secondo piano. Nel 1940 viene bombardato dai francesi, a seguito della dichiarazione di guerra italiana e nel 1943 viene occupato dall’esercito tedesco dopo l’armistizio dell’8 settembre. Dopo la guerra il fronte viene abbandonato a sé stesso e nei decenni successivi, i segni del tempo iniziano a logorarlo. Fino a che l’Associazione per gli Studi di Storia e Architettura militare di Torino (ASSAM) dà vita al progetto del suo restauro. Le operazioni di recupero e riqualificazioni sono iniziate nel 1995 e dopo 20 anni di duro lavoro sono vicine al completamento. Visitare il forte può essere di grande aiuto agli sforzi dell’associazione, oltre che a regalarvi una bellissima giornata tra la storia e la natura. Per maggiori informazioni su orari e biglietti, o anche per una visita virtuale, vi consiglio di andare sul loro sito.
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