Giusto qualche giorno fa, mi trovavo dentro la libreria Stanfords, a Londra. I miei occhi scintillavano di ammirazione: tre vasti piani, tutti libri di viaggio. C’era tutto. Dalle esperienze di viaggio in treno ai manuali di sopravvivenza. Mi sono soffermata sui numerosi scaffali dedicati alla natura britannica. Enciclopedie sulla wildlife e grandi oasi verdi. Non mi aspettavo un assortimento così grande. Ovviamente il fatto di scoprire una natura così vasta nelle vicinanze di Londra ha stupito solo me. Ammetto di non saperne molto a riguardo, così ho cercato di porne rimedio.
Sono venuta a conoscenza del fatto che nelle vicinanze di Londra il Richmond Park pullula letteralmente di cervi. A detta di chi ci è stato ci sono decine e decine di questi animali, facilmente avvistabili anche di giorno. Così tanti da creare addirittura un problema di sovrappopolamento!
Inoltre, continuando le ricerche, ho scoperto che Londra è una tra le città con la più elevata percentuale di volpi. Che ci posso fare, mi sono sorpresa una seconda volta. Informandomi sempre di più, ho scoperto che sono addirittura 10.000, ossia quasi un terzo di tutte le volpi del Regno Unito.
Ebbene, ero con Fabio nei quartieri residenziali a sud di Londra, in una zona che, a quanto pare, brulicava di questi affascinanti animali. Ero piena di aspettative e si, ero ancora sorpresa. Non riuscivo a crederci e basta.
Passata la serata con un nostro amico, ci siamo incamminati per tornare verso il centro.
Quando Fabio apre la porta di casa per uscire in cortile, si trova faccia a faccia con una splendida volpe rossa. Lei lo guarda con la coda dell’occhio, furtiva, mentre si allontana accelerando il passo e girando l’angolo. Devono essersi osservati per qualche istante immobili, in un teso silenzio. Dico devono, perché quando Fabio ha cercato di farmi un cenno di andare fuori il più velocemente possibile, ci ho messo un attimo di troppo a captare che si trattava di un avvistamento di una volpe. Inoltre, ho avanzato lentamente evitando movimenti bruschi pensando che in quel modo non l’avrei spaventata. I miei passi erano felpati, almeno dal mio punta di vista. Dal punto di vista della volpe dovevano essere invece come un gigantesco cartello con scritto “Ehi, mi sto avvicinando!”. Poi l’ho vista. O almeno, ho visto qualche sua parte. La volpe aveva girato l’angolo davanti a noi, perciò io ho visto bene solo la sua folta coda e il suo sedere che sgattaiolava oltre il vicolo… Che sfortuna!
C’è chi le vede ogni giorno, tanto che qualcuno ha cominciato a non sopportarne più la presenza. I perché le volpi abbiano esteso il loro territorio ai centri urbani sono molti. L’ipotesi più probabile è comunque legata alla loro estrema adattabilità. In città vi è abbondanza di cibo e facile reperibilità. Un posto ottimale per stanziarsi se si riesce a comprendere la vita della metropoli ed adattarsi ad essa. In questo le volpi sono state magistrali, non per niente vengono ritenute molto furbe dalle leggende sorte dall’ immaginario collettivo.
Se nella natura selvaggia il territorio difeso da una singola volpe può arrivare a circa 50 chilometri quadrati e si può restringere a 12 in zone con abbondanza di cibo, negli abitati di Londra si stima che ci sia addirittura una volpe ogni 1,6 chilometri quadrati! È questa una prova della loro estrema adattabilità, oltre che del loro amore per i giardini britannici.
Le volpi, sebbene siano imparentate con i cani, hanno caratteristiche molto diverse. Sono animali che non amano cacciare in branco, al contrario dei loro cugini. Solitamente le volpi sono animali solitari, anche se è possibile che formino branchi di 3-5 esemplari, quasi sempre familiari.
Comunicano principalmente con segnali olfattivi e uditivi e marcano il loro territorio e il loro cibo, che nascondono in numerose piccole buche sotto il terreno. Questa dispersione di cibo è più sicura e permette alle volpi di non rischiare di perdere le loro provviste in una volta sola. Mi ricordano un po’ gli scoiattoli grigi in questo: anche loro scavano buche in cui depositano le ghiande. Poi, qualche volta, si dimenticano i troppi posti utilizzati per conservare il loro cibo, provvedendo così anche alla crescita di qualche albero.
Ma torniamo a parlare delle volpi. La stagione degli amori è variabile da zona a zona. Solitamente avviene in inverno, mentre i cuccioli nascono in primavera. Le prime due settimane sono cruciali e la femmina non li lascia mai soli; viene così nutrita dal maschio, che provvede a procurarle il cibo.
A Londra, trovare il cibo è una questione di poco, avendo i residenti l’abitudine di lasciare i rifiuti in sacchetti o piccoli bidoni lungo la strada. Le volpi si sono così sempre più moltiplicate e hanno esteso il loro territorio. Alcuni vorrebbero sopprimerle, ma ciò non risolverebbe il problema: il territorio sarebbe subito occupato da una nuova volpe, che non sentirebbe l’odore della marcatura di quella precedente.
La soluzione è allora la più semplice ed efficace: rendere il quartiere poco friendly per le volpi; sigillare bene i rifiuti, interrare meglio le cancellate dei giardini delle villette, non cercare di avvicinare le volpi con il cibo. Chi ama le volpi preferisce vederle nel loro ambiente naturale. Il loro fascino è dettato dal fatto che sono animali selvaggi.
Certo, esistono anche le volpi domestiche, ma queste hanno caratteristiche molto diverse: hanno il muso meno pronunciato e, in alcuni esemplari, le orecchie sono leggermente afflosciate e la coda risulta arrotolata. Esse sono il risultato di anni di selezione genetica, pensata inizialmente nel 1959 dal russo Dmitri Belyaev, in Siberia.
Le urban foxes londinesi si sono dimostrate comunque anche vantaggiose all’uomo. Grazie al fatto che nella loro dieta rientrino anche piccoli roditori, hanno “ripulito” molti quartieri british da questi ospiti indesiderati. Anche per questo a Londra vige il divieto di caccia assoluto.
La loro tecnica di caccia consiste nel balzare dall’alto sulla preda cogliendola di sorpresa e ostruendole le vie di fuga. Insomma, sembra quasi una danza.
Questa è solo una piccola parte di ciò che ho imparato delle volpi urbane. Ma l’argomento è talmente vasto che necessita nuovi studi approfonditi. Per ora, accontentiamoci di qualche passo e continuiamo a seguire le loro orme!