Il sogno di ogni fotografo naturalista è immortalare gli animali nel loro habitat, imprimendo in ogni scatto l’emozione che si prova a stare a stretto contatto con la natura selvaggia. Molte volte capita di dover attendere ore per avvistare il soggetto, altre volte lo si trova quasi per fortuito caso. Il fotografo Bruno D’Amicis, per esempio, nel scattare foto al fennec, la volpe del deserto, si è accorto che questa sentiva il suono dell’otturatore della macchina fotografica. Un udito infallibile se si pensa che si trovava a qualche centinaio di metri di distanza!
Al contrario, il fotografo Lucas Burrard, è stato letteralmente usato come punto d’appoggio per diversi suricati del Botswana. Vederlo con in testa uno di questi animali non può che far nascere un sorriso.Soffermandomi su quella foto, mi è sorta spontanea una domanda: ma quei selvaggi suricati, come potevano non avere la minima paura dell’uomo, tanto da utilizzarlo come la loro torre di vedetta personale? Dopo essermi documentata, ho trovato alcune informazioni interessanti e curiose; perché, in effetti, c’è qualcosa da dire in proposito.
I suricati e l’adattamento all’uomo
La chiave di tutto sono i molti scienziati che dedicano la loro vita allo studio delle abitudini e dei comportamenti di questi animali. I suricati vivono in colonie formate in media da una quindicina di esemplari, che difendono dai loro simili il loro territorio (anche di 1 km2) con i denti e con le unghie. Tuttavia, noi grandi e grossi umani non siamo un problema per loro e non rappresentiamo una minaccia. Sono quindi più tolleranti nei nostri confronti. Il fatto però che addirittura ci usino da torretta è una conseguenza di un adattamento all’uomo in un certo senso “forzato”, frutto di parecchi mesi di lavoro degli scienziati. Questi ultimi, infatti, pongono a distanze sempre minori dalla tana dei fantocci dall’aspetto umano fino ad arrivare, nel corso anche di 6 mesi, a pochi passi dalla tana; in questo modo è possibile studiarli più a fondo.
Le colonie quindi così intraprendenti sono solitamente quelle visitate spesso dagli uomini, per fini scientifici o talvolta, turistici. Se quindi potete passeggiare tranquillamente tra queste simpatiche manguste senza che vi degnino quasi di uno sguardo beh, ringraziate la scienza!
Il comportamento dei suricati
I suricati sono animali diurni che vivono nelle pianure e nelle aree desertiche del Sud Africa, in Namibia e in Botswana. Abitano addirittura il magnifico deserto del Kalahari sopportando temperature e climi roventi, tipici di quell’area.
La caratteristica che li rende forse più conosciuti è la loro abitudine a stare di vedetta a turno. Mentre la maggior parte del gruppo scava nel terreno per trovare il proprio spuntino giornaliero, uno o più esemplari scrutano il cielo e l’orizzonte, alla ricerca di possibili predatori, pronti a scattare e a dare l’allarme in caso di pericolo. Che altruisti, voi penserete! In effetti, un po’ dobbiamo ammetterlo, è così. Ma è un’abitudine che giova a tutti. C’è da dire anche che le vedette sono solitamente i compagni con la pancia più piena e i primi a scappare nei loro infiniti tunnel sotterranei. Se poi vedono un possibile “banchetto” mentre sono di guardia, non si fanno problemi ad abbandonare la vedetta per accaparrarsi il delizioso spuntino.
Ricordiamoci che ogni giorno, per gli animali, è un giorno in cui bisogna sopravvivere!
La loro succulenta dieta è composta da qualsiasi malcapitato e piccolo animale che si trovi nelle vicinanze, dagli insetti ai coleotteri, dai serpenti agli scorpioni. Questi ultimi, seppur velenosi, devono rimanere ben nascosti al di sotto del terreno per tutto il giorno e uscire solo di notte. Tuttavia, i suricati riescono a scovarli scavando buche nel terreno. Gli esemplari più anziani e più esperti scavano solitamente buche profonde anche una trentina di centimetri, certi di essere ben ricompensati. Quelli più giovani, invece, non si arrischiano e scavano buche più superficiali, accontentandosi di prede minori.
Le colonie e la dominanza femminile
A capo della colonia c’è la femmina dominante che, oltre ad essere la prima ad uscire dalla tana al mattino e cominciare la caccia, non si fa molti scrupoli a rubare il cibo ad altre compagne, solitamente quando è gravida. Non è comunque la sola a partorire. I cuccioli pesano alla nascita solo 30 g e vengono accuditi giornalmente da una baby-sitter, che veglia su di loro durante i turni di caccia degli adulti. Riesce addirittura a produrre latte per nutrirli!
Insomma, sono davvero molte le curiosità legate a questi piccoli animali, ma per ora non mi dilungo ulteriormente e lascio che vi godiate le foto!